Gobi March 2007

Paesaggio Paesaggio Il tempo oggi non promette nulla di buono, tanto comunque ho le maniche corte, parto piano seguendo i primi. Ho 20 km di salita davanti non c’è fretta, comunque tengo i primi a distanza visiva saliamo risalendo il letto ciottoloso di un fiume in secca, occorre prestare molta attenzione: più volte rischio la caviglia e comunque si cammina nei tratti più ripidi.  Impiego più di due ore per arrivare al 1° cp, la salita è dura ma non estrema sto con un gruppo tra i primi quindici.
È la seconda parte che invece è un inferno, la tappa è classificata "estrema" nel road book, ma io direi che è molto di più.
Supero un pò di gente che vomita lungo il percorso, io mi sento bene e tengo d’occhio l’altimetro aspettando segnali dal mio fisico. Passati i 3.000 mi chiedo cosa succederà salendo ancora di 1.000 metri.

Il cp a quota 4.000 metri Il cp a quota 4.000 metri Cerco di procedere lentamente senza affannarmi, mi giro e vedo il serpentone di gente che avanza, penso che ci siamo tutti nella distanza di 1 km, la salita livella molto le capacità di ciascuno, io però più di così non posso fare, inizia a fare freddo e anche a piovere, c’è qualche chiazza di neve qua e la e in aggiunta si alza il vento, la mia temperatura è costante indosso solo i guanti ed il buff.
Mi superano la Nina e il suo amico, poi anche Thomas che sembra avere un 4x4.
Sono in cima c’è il CP e mi faccio fare una foto, prendo l’acqua e uno del controllo mi dice che ha scritto un bellissimo blog sulla prima serata a base di sopressa e brunello che ho improvvisato, incredibile.
Inizia la discesa finalmente, le gambe stanno bene e girano a meraviglia spingo un po’ e trovo un buon ritmo, iniziano i sorpassi e mi dileguo.
L'arrivo a fine giornata L'arrivo a fine giornata La discesa è interminabile ne ho per altri 20 km e il cp che avevano programmato dopo 10 km si trova invece dopo 13. Pensavo di averlo saltato, è stato spostato per motivi logistici.
Dopo aver guadato almeno 10 volte il fiume vedo l’arrivo, mi prendo anche la bandiera italiana e lo oltrepasso.
Inizia un bel diluvio, appena in tempo mi dico, entro in tenda dentro il mio sacco a pelo e osservo uno ad uno i miei compagni entrare inzuppati e infreddoliti.
Ho impiegato poco meno di 7 ore e gli ultimi arriveranno dopo 15 ore dalla partenza, ho una piccola vescica sul piede dx la sistemo e resterà anche l’unica della gara.
Sul tardo pomeriggio esce il sole, andremo tutti al fiume per scaldarci, asciugare i vestiti umidi e bagnarci piedi, le gambe i muscoli con l’acqua gelida per alleviare lo scollinamento del 4.000. Un vero toccasana.
Come al solito la compagnia è ottima, tutti quelli che sono arrivati sorridono all’impresa riuscita, pacche sulle spalle e strette di mano di sinceri complimenti per la prova superata, è veramente intensa l’atmosfera.
Ci sono tutte le scarpe attorno al fuoco per essere asciugate.
Vorrei telefonare a casa ma so che Omar li tiene informati e sono tranquillo da quel punto di vista, il black out con il mondo esterno e totale per tutta la durata della corsa (7 giorni).

E' ora di dormire.